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La tradizione del Ceppo di Natale in Toscana

19 Febbraio 2024

3 minuti

La tradizione del Ceppo di Natale è una delle più ancestrali collegate al periodo delle festività invernali. L’usanza prevede che un grosso tronco di legno (chiamato appunto ceppo o ciocco) venga fatto bruciare per tutta la notte della Vigilia di Natale nel camino, in alcuni casi arrivando addirittura fino all’Epifania. L’accensione del fuoco veniva accompagnata da una cerimonia di buon augurio e le ceneri del Ceppo di Natale potevano essere usate per rituali di fertilità dei campi. Da questa tradizione deriva anche il dolce chiamato Ceppo di Natale o Tronchetto di Natale, che tuttora possiamo trovare nelle nostre tavole

La storia antica del Ceppo di Natale

Hai mai sentito parlare del Ceppo di Natale? Questa è una storia molto antica e può essere considerata come un elemento caratteristico della festa di Natale, diffusa in molti Paesi con tante varianti locali.

Si tratta infatti di una tradizione popolare diffusa in tutta Europa, dai paesi scandinavi fino all’area del Mediterraneo. Sebbene le prime tracce documentate risalgano al XII secolo, le sue origini sono sicuramente più antiche: la somiglianza tra il focolare natalizio e l’altare domestico dedicato agli antenati è chiaramente presente nella civiltà romana e nell’epoca precedente al Cristianesimo, con similitudini che possono essere estese anche all’usanza dei grandi falò che servivano a scacciare le tenebre durante le celebrazioni del solstizio d’inverno, situato cronologicamente proprio alle porte del Natale.

Il ceppo che veniva fatto ardere nel camino durante le feste natalizie era considerato un vero e proprio portafortuna e la sua accensione era un rito di buon augurio per l’arrivo della stagione più fredda. Spesso l’usanza richiedeva di versare sopra il ceppo alcuni bocconi di cibo o I primi sorsi di vino del pasto di Natale, un gesto propiziatorio che serviva ad augurare un buon raccolto per I campi. Questo rito collega in maniera ancora più forte il Ceppo di Natale con il dolce tipico delle feste, il Tronchetto di Natale, presente in molte cucine europee.

Il Ceppo di Natale in Toscana

In Toscana la tradizione del Ceppo di Natale è particolarmente antica e documentata, e tante famiglie ricordano episodi del passato legati a questa usanza. La tradizione è talmente diffusa che in alcuni contesti il ceppo rappresenta esso stesso il Natale: in Toscana, infatti, la festa di Natale è stata anche chiamata “Festa del Ceppo”.

Nelle campagne toscane il ceppo non si limitava a svolgere la funzione di focolare domestico durante le notti più fredde e buie dell’anno, ma poteva anche essere un portatore di doni. Prima dell’arrivo dell’albero di Natale e di Babbo Natale, la funzione magica del “dono natalizio” veniva svolta proprio dal ceppo, che veniva addobbato con candele e dolcetti, da distribuire ai bambini presenti nella casa.

In alcune tradizioni il Ceppo diventava addirittura una persona che si presentava nella sera della Vigilia di Natale e interrogava I bambini della casa: regalava dolciumi a chi si era comportato bene durante l’anno, carbone a chi si era comportato male. Il Ceppo diventava quindi una figura simile a Babbo Natale e alla Befana, che giudicava I bambini della casa e portava dei regali.

A seconda delle tradizioni locali, il Ceppo poteva essere presente a Natale, oppure a Capodanno, occupando un periodo che va dal solstizio d’inverno fino all’Epifania. In ogni caso si trattava di un ceppo di albero che bruciava nel focolare, una versione sacrale di un atto quotidiano in cui le usanze della campagna si mischiavano ai valori successivi del Cristianesimo, fino agli anni più recenti.

Ancora oggi è possibile ritrovare sopravvivenze di questa antica usanza: se I vostri nonni bruciano un grosso ceppo di legno nel camino e lo addobbano con motivi natalizi, forse è proprio in relazione alle usanze dei loro antenati, legate al periodo più magico dell’anno.

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