L'esperienza
Il Cammino d’Etruria: un itinerario lungo le antiche città etrusche
Il cammino d’Etruria è composto da due itinerari gemelli che si snodano per più di 400 chilometri: uno che va da Pisa a Volterra e un altro che va da Volterra a Chiusi, in provincia di Siena. Come tutti i cammini punta a ribaltare il concetto di turismo di massa indirizzando il turista verso borghi più piccoli, intrisi di storia e autenticità. In questi luoghi, oltre a una miglior qualità della vita si possono vivere esperienze autentiche.
Di entrambe le tratte è possibile richiedere le tracce gpx che peraltro sono indispensabili in quanto il cammino non è ancora segnato sul terreno. Quando si pensa alle grandi civiltà del passato italiano la mente rimanda subito ai romani; eppure non tutti sanno che questo popolo, che per secoli ha dominato il mondo, ha attinto molto da un’altra civiltà che ha primeggiato sul suolo italico: gli Etruschi. Sulle loro tracce si snodano le tappe del tratto Volterra – Chiusi.
Attraverso il Cammino d’Etruria ci si ritrova nella maggior parte dei casi su strade secondarie e campestri, ben lontane dal traffico e immerse in un’atmosfera bucolica dove riecheggiano ancora i fasti di un passato tanto lontano quanto affascinante. Si parte da Volterra, la città dell’alabastro, sita nel cuore della Maremma Pisana. Gli Etruschi a Volterra rivivono in parte nella cinta muraria, nella Porta Diana e nella piccola Acropoli dove sono visibili i resti di magazzini e luoghi di culto.
Il territorio interessato dal percorso è situato nella zona centro–orientale della Toscana e attraversa le province di Pisa e di Siena. Il tracciato insiste su un’areale che alterna zone urbane a zone collinari di interesse naturalistico e storico. Si possono ammirare una serie di paesaggi toscani tra i più famosi nel mondo: dalle colline del Volterrano e la foresta di Berignone – Tatti, alla Riserva di Pietraporciana al sito di interesse comunitario come la Montagnola Senese, fino alle magnifiche Val d’Orcia, Val di Merse, le crete Senesi e la Val di Chiana.
Questo itinerario è stato realizzato in sinergia con “Smart Walking”, il progetto di Davide Fiz che coniuga trekking e lavoro agile, per godere del turismo e del lavoro in maniera lenta, con lo zaino in spalle e la voglia di scoprire il patrimonio storico e naturalistico dei nostri territori!
In pillole
Itinerario
Da Volterra a Casole d'Elsa
La prima tappa di questo pezzo del Cammino d’Etruria parte da Volterra.
Sul vecchio tavolo di legno di una cucina scrivo al pc con la finestra aperta davanti a me. Il mio sguardo incontra subito le mie Saucony Peregrine 12 che riposano sul davanzale ombreggiato dal tetto. Vado oltre e tre sono i colori che si declinano davanti agli occhi. Dall’alto in basso: l’azzurro di un cielo terso di giugno, i marroni delle tegole, delle finestre, dei mattoni del vecchio borgo di Casole d’Elsa, arroccata su un pendio in cui il verde – degli alberi e dei prati – domina incontrastato.
Ho finito la prima tappa del cammino di Etruria centro: ho camminato con Gianfranco Bracci – ideatore del nuovo tratto – sulle serpeggianti strade bianche e nei sentieri lussureggianti della Riserva Naturale Foresta di Berignone; sempre circondato da panorami che caratterizzano le colline toscane e le rendono uniche nel mondo.
Casole d’Elsa merita la mezza giornata libera che ha il camminatore a fine tappa. Io ho dovuto dedicare il pomeriggio al mio lavoro di commercial sales, ma sono riuscito a ritagliarmi un’oretta per perdermi nel centro storico e visitare il museo civico archeologico, ricco di reperti etruschi.
La prima tappa si conclude a Casole d’Elsa, antico borgo di origine etrusca situato nella pittoresca zona collinare della Montagnola Senese. La Rocca, della metà del XIV secolo, domina l’abitato con le sue torri circolari e ospita all’interno l’interessante Pinacoteca ArteViva. Da vedere la Collegiata di Santa Maria Assunta; all’interno poi del Museo archeologico si possono ammirare reperti di fattura etrusca e non solo, come una testa in marmo raffigurante una divinità greca.
Da Casole D’Elsa a Quartaia
Il Cammino d’Etruria prosegue con la Tappa Casole D’Elsa – Quartaia. L’ultimo tratto è in comune con la via Francigena, dove sosto al Campo Piro e More, uno spazio aperto di accoglienza per i pellegrini. Qui c’è la possibilità di rifocillarsi o pernottare in tenda: tutto è disponibile – a donativo – grazie all’impegno di Monica che porta quotidianamente cibo e bevande.
Per uno scherzo del destino mi ritrovo a pernottare a Villa San Donato di Quartaia, sul cui muretto avevo pranzato nel 2018 durante la tappa San Gimignano – Monteriggioni. Il vortice di ricordi oggi ha avuto il sopravvento.
Da Quartaia a Colle di Val d’Elsa
Della terza tappa del Cammino d’Etruria percorro la tratta dal tumulo Etrusco di Mucellena a Sovicille. Sono stato accompagnato da Sandro Frascarelli e tre suoi amici. Dopo la visita a questa testimonianza etrusca immersa nel bosco e scavata dentro la collina, abbiamo attraversato la Montagnola Senese (sito di interesse comunitario) per giungere alla Pieve di Pernina dove un albero colmo di gelsi ci ha offerto una squisita merenda.
Dal Romitorio di Cetinale siamo scesi sui gradoni di pietra della Scala Santa. Dopo un ottimo pranzo dal Ristoro di Ponte allo Spino ho potuto lavorare dall’incantevole castello di Poggiarello.
Da Colle di Val d'Elsa a Sovicille
Ultima tappa di questo itinerario lungo il Cammino d’Etruria. Dopo mesi di telefonate, mail e whatsapp oggi finalmente incontro Diego Vichi – archeologo e punto di riferimento del cammino insieme a Gianfranco Bracci – e Stefania Zolotti – direttrice di Senza Filtro, il mensile di Fiordi Risorse. Stefania mi ha raggiunto per camminare insieme e la ringrazio per la preziosa compagnia.
Di fronte alla sua penna mi inchino e oggi la descrizione della tappa passa dalle sue parole: “Abbiamo fatto solo strade bianche, un bosco in mezzo, l’incontro col factotum del Castello di Grotti – Cristiano, che vive a due passi da Orgia dove tutti si fanno i selfie davanti al cartello, tifoso del Palio di Siena ma ancor più tifoso del proprietario del castello che lo fa campare: “Una persona incredibile, per lui lavorerei anche gratis”
E poi Graziano Machetti dell’Agriturismo La Roverella che sulla carta è vice presidente della Pro Loco Ville Di Corsano ma di fatto è fotografo, archivista, autore, architetto, produttore d’olio e di vino, storico, disegnatore, amante delle mappe e soprattutto dei ricordi.
Graziano ci ha regalato un pezzo di pelle sua e del luogo cioè quella storia ormai andata per sempre ma che lui prova ogni giorno a trattenere, con tutte e due le mani, come fosse un portiere alla finale dei mondiali: ricostruisce i mestieri della terra, la campagna, la vita contadina, i riti, le tradizioni, gli etruschi, le stagioni che una volta erano piene.
Finché Graziano ci parla del famoso cipresso solitario e ci porta là: lo fotografa da anni, con la nebbia, col sole, l’arcobaleno, la pioggia, con l’afa, col nulla. Ogni scusa è buona per vederlo, ci va come si va da un amico, o almeno io ho sentito questo. E chi se lo scorda più Graziano.”
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